Si ĆØ conclusa la quinta edizione dello Human Motor. Circa 400 i ciclisti che hanno invaso pacificamente le strade di Bologna, per protestare contro il modello di mobilitĆ che promuove il motor show, la fiera internazionale dellāautomobile. Molte le realtĆ provenienti da tutta Italia che hanno aderito allāiniziativa: le Ciclofficine di Lecce, Roma, Ancona, Verona e Milano e i collettivi che organizzano le critical mass di Firenze, Modena, ForlƬ, Trieste, Torino e Pesaro.
Il corteo di bicicletta ĆØ partita da piazza del Nettuno al ritmo dei tamburi della Samba band bolognese per poi raggiungere la fiera. Molte le azioni di guerrilla gardening ad opera del collettivo āTerra di Nettunoā. Dei cavoli sono stati piantati a Porta S. Donato e di fronte al nuovo comune di via Fioravanti con uno sloogan che recita: āBologna cittĆ ciclabile? Col cavoloā.Ā Due sacchi pieni di foglie secche invece sono stati scaricati proprio allāentrata della fiera al grido āci avete seccatoā. Qui la critical mass tematica ha incontrato e salutato il presidio dei No People Mover, una cinquantina di persone contrarie alla monorotaia che collegherĆ stazione e aeroporto e, quindi, anche alla sua estensione fino alla Fiera. āA bici fermeā perĆ² il collettivo organizzativo dello Human motor ha espresso un dissenso rispetto al mancato coordinamento delle due azioni di protesta (per saperne di piĆ¹ leggi il comunicato).
Il corteo di bici ha proseguito la sua corsa fino a piazza Verdi, dove lo spezzone antiproibizionista ha esposto due striscioni contro il proibizionismo,Ā ricordato come alla canapa, āsi sia rinunciato a favore del petrolioā. Il giorno successivo allo spazio Xm24 di via Fioravanti si ĆØ svolto ilĀ meeting nazionale delle ciclofficine.